Il peso dell’aria
Ora mi tuffo nel mare blu
e sono sordo di civiltà,
nuoto sempre più giù
verso la mia libertà,
e curiosamente
vado contro l’idrogeno,
aprendo la mente
allo spirito indigeno.
Sto per scoprire
che il suono che sento,
di tutti è il sire
in quel mare spento,
e allora continuo
a reggermi il cuore
che dal lume fatuo
rest’ ancor cuore.
Le mani che muovo
verso la “cosa”
sono quelle di un uomo
che a tutto dà chiosa,
allora la smetto,
e il suono nel buio
non batte più al petto
per un lungo minuto!
La gola si stringe
perché non respira
e l’acqua si tinge
del colore dell’ira,
ma con l’oro in bocca
di questa mattina
torno alla vita!
…e penso.